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Terminal Settore POOK By Marco Pukli |
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Nuovo
settore, posto all’estrema destra della falesia, un po’ più in alto rispetto al
Settore Principale, ben individuato poiché a foggia di
anfiteatro. Ben esposto al sole fin dal primo mattino e ben
protetto e riparato.
Delimitato nella parte sinistra da
una zona della parete un po’ interrotta da diversi alberi e nella parte destra
da una piccola caverna. Ambiente comodo, spazioso e luminoso
alla base delle vie, in un ameno boschetto.
Accesso al nuovo settore “Pook”:
dal Settore Principale con le bellissime vie attrezzate dai mitici Dinda & Blond (Andrea Bisio e Luca Biondi), raggiungibile in meno di 10 minuti dal parcheggio, costeggiare al meglio la parete per circa 200 metri (altri 3 minuti).
Caratteristiche principali:
Settore, per così dire, d’autore,
costituito da 7 linee, che vanno a costituire uno dei
miei “esperimenti” inseriti in un’ idea ben precisa dell’ arte di chiodare.
Nel suo piccolo, un ambiente di
grande valore estetico. Vie divertenti. 100 % roccia naturale.
Roccia:
Calcari Giuarissici
(Lias inferiore – Medio), denominati “Calcari di Rocca Livernà”.
Roccia
eccellente, caratterizzato da enormi “canne” e dalla roccia dalle mille forme e
dai mille colori. Verticale nella prima metà,
diventa leggermente strapiombante nella seconda. Altezza sui 35 metri.
Arrampicata:
Di spirito squisitamente Apollineo la parte
inferiore (verticale e su roccia bella da vedere e piacevole da toccare,
variegata in un’infinità di forme e colori; enormi concrezioni), mentre la
parte superiore è decisamente di carattere Dionisiaco (muri strapiombanti sempre
atletici; roccia stupefacente ricca di appigli, concrezioni e solidissime intrusioni di selce - la pietra
focaia!).
Nota: ho utilizzato i termini Apollineo e Dionisiaco prendendoli
in prestito dalla filosofia di Nietzsche; per Apollineo (da Apollo, Dio greco) si intende un atteggiamento che considera la vita, e quindi
l’arrampicata, secondo una visione armonica e luminosa, serena. Per Dionisiaco
(da Dioniso, Dio greco dell’ebbrezza e del vino) l’atteggiamento è invece ricco
di vitalità, entusiasmo, vigore, e spesso pieno di un’esaltazione sfrenata.
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Il disegno delle
vie |
Io durante la
prima RP della folle speranza. |
Franco Costamagna sulla Folle Speranza. |
VIA
D’AMOR
Via nuova, Marco & Sabina Pukli, Marzo 2005 (ALA Sanremo –
Associazione Ligure Arrampicata).
Materiale:
13 ancoraggi + sosta (Inox + chimici = Chiodo Raumer
Superstar + Resina Wurt C-100).
Sviluppo:
35 metri.
Difficoltà: 7b+
Probabile
prima RP: Guido Cortese, Ottobre 2005
Note:
di vie così non ce sono moltissime. Arrampicata
complessa.
Dopo
una prima parte non difficile e bucolica, su roccia concrezionata e modellata
dallo stillicidio dell’acqua, inizia la sezione
strapiombante, su una bella canna (che si supera passando leggeremente a
sinistra), a cui segue un gran muro, sempre difficile anche se ricco di
appigli. Via di resistenza.
LA FOLLE
SPERANZA
Via nuova, Marco & Sabina Pukli, Gennaio 2005 (ALA Sanremo –
Associazione Ligure Arrampicata).
Accesso:
pochi metri a destra della via precedente
Materiale:
13 ancoraggi + sosta (Inox + chimici = Chiodo Raumer
Superstar + Resina Wurt C-100).
Sviluppo:
34 metri. Difficoltà, valutazione originaria: 7a
Prima
RP: M. Pukli, Febbraio 2005.
Note:
Via incredibile. Una canna enorme di una ventina metri seguita da un muro
leggermente strapiombante.
Arrampicata
di continuità con qualche passaggetto nella parte
alta.
“Siamo tutti nati in
Arcadia, tutti veniamo al mondo pieni di pretese di felicità e di piaceri, e nutriamo la folle speranza di farle valere, fino a quando il destino
ci afferra bruscamente e ci mostra che nulla è nostro, mentre tutto è
suo, poiché esso vanta un diritto incontestabile non solo su tutti i
nostri possedimenti e i nostri guadagni, ma anche sulle nostre braccia e le nostre gambe, sui nostri
occhi e sulle nostre orecchie, e perfino sul nostro naso al centro del volto”. Arthur Schopenhauer – Parerga e Paralipomena. |
POOK
Via nuova, Marco & Sabina Pukli, Gennaio 2005 (ALA Sanremo –
Associazione Ligure Arrampicata).
Accesso:
pochi metri a destra della via precedente.
Materiale:
12 ancoraggi + sosta (Inox + chimici = Chiodo Raumer Supersta + Resina Wurt C-100).
Sviluppo:
32 metri. Difficoltà, valutazione originaria: 7a+
Prima
RP: M. Pukli, Febbraio 2005.
Note:
Arrampicata sublime, tecnica e di resistenza. Segue una lunghissima canna per
finire su un muro grigio molto lavorato.
Roccia perfettissima.
NON
CONCLUDE
Via nuova, Marco & Sabina Pukli, Gennaio 2005 (ALA Sanremo – Associazione
Ligure Arrampicata).
Accesso:
pochi metri a destra della via precedente.
Materiale:
11 ancoraggi + sosta (tutto inox + chimici).
Sviluppo:
32 metri. Difficoltà, valutazione originaria: 6b+
Prima
RP: M. Pukli, Febbraio 2005.
Note:
Arrampicata dolcemente atletica su muro cannuto.
Appigli madornali.
“La facoltà d’illuderci che la realtà d’oggi sia la sola
vera, se da un canto ci sostiene, dall’altro ci precipita in un vuoto senza fine, perché la realtà d’oggi è destinata a scoprircisi l’illusione di
domani. E la vita non conclude. Non può concludere. Se domani conclude, è finita”. Luigi Pirandello – Uno, nessuno e
centomila. |
CANNAMAO
Via nuova, Marco & Sabina Pukli, Gennaio 2005 (ALA Sanremo –
Associazione Ligure Arrampicata).
Accesso:
pochi metri a destra della via precedente.
Materiale:
9 ancoraggi + sosta (Inox + chimici = Chiodo
Raumer Superstar + Resina Wurt C-100).
Sviluppo:
30 metri. Difficoltà, valutazione originaria: 6c
Prima
RP: M. Pukli, Febbraio 2005.
Note:
Ancora una bella canna, su roccia meravigliosa, seguita da uno strapiombo
atletico su cannette, grandi prese e tacchette.
L’ESSERE
E IL NULLA
Via nuova, Marco & Sabina Pukli, Marzo 2005 (ALA Sanremo –
Associazione Ligure Arrampicata).
Accesso:
pochi metri a destra della via precedente.
Materiale:10 ancoraggi + sosta (Inox + chimici = Chiodo Raumer
Superstar + Resina Wurt C-100).
Sviluppo:
30 metri. Difficoltà, valutazione originaria: 7a+
Prima
RP: Danilo Bo, Marzo 2005.
Note: Arrampicata abbastanza atletica, con una bella e difficile
sequenza finale di dita per superare l’ultimo tettuccio di roccia rossa.
“Se niente mi costringe a salvare la vita, niente mi impedisce di precipitarmi nell’abisso. Il comportamento decisivo
emanerà da un io che non sono ancora. Così l’io che sono
dipende dall’io che non sono ancora (…). E la vertigine appare
come la percezione di questa dipendenza. Mi avvicino al
precipizio e proprio me stesso i miei sguardi cercano sul fondo”. Jean-Paul Sartre – L’essere e il
nulla. |
MARAQUAIA’
Via nuova, Marco & Sabina Pukli, Febbraio 2005 (ALA Sanremo –
Associazione Ligure Arrampicata).
Accesso:
pochi metri a destra della via precedente.
Materiale:
10 ancoraggi + sosta (Inox + chimici = Chiodo Raumer
Superstar + Resina Wurt C-100).
Sviluppo:
30 metri. Difficoltà, valutazione originaria: 7a
Prima
RP: M. Pukli, Marzo 2005.
Note:
Splendida linea in strapiombo, su canne e prese buone. Resistenza.
Per
attrezzare “a regola d’arte” ognuna di queste vie sono state necessarie
(e indispensabili) più o meno 12 ore effettive di
lavoro, quasi sempre distribuite su 2 giornate. Calarsi dall’alto su corda
singola per mettere la sosta, iniziare a intuire la “linea” esatta
dell’itinerario, disgaggiare, pulire, armare quel
tanto che basta per riuscire
a provare tutti i movimenti, individuare e segnare i posti per i
moschettonamenti (la fase più delicata), pensarci su, riprovare, ripensarci su,
riprovare ancora…
E
poi bucare col trapano (non un “semplice” foro lineare, ma il buco
correttamente eseguito per l’installazione dell’ancoraggio, completo di scasso,
alloggiamento per la testa del chiodo e camera per la resina), resinare (con
resine epossidiche, categoria C-100, e non con altri prodotti tipo resine poliestere
e simili, ammessi solo per ancoraggi medi e non adatti a carichi pesanti, sollecitazioni
gravose e condizioni ambientali particolari). Rifinire, con un gran lavoro di
tre spazzole di ferro (una dura, una media e una piccola e morbida), nel caso
che qualche piccolo pezzo di roccia risulti di dubbia
tenuta metterlo in sicurezza attraverso minimi e discreti interventi a base di iniezioni di resina,
quindi ripulire la linea dal materiale provvisorio non più necessario (spit,
chiodi e cordoni) per poi disarmare e riportare tutto indietro.
Un bel culo, condito a volte con qualche rischio, necessario
d’altra parte nella fase iniziale di chiodatura per rendere il settore il più
possibile sicuro. Fatica e tensione, dunque, ma anche un bel lavoro.
Note aggiuntive
ANNO: 2005
Materiale offerto da: di tasca propria
dai chiodatori.